Concerto di duetti per violino nel primo e secondo Novecento
Sabato 23 marzo 2013, alle 18:30, Sala della Musica di Rocca Calascio
I 44 Duetti per due violini furono composti da Bartok nel ’32 per essere inclusi nel metodo per lo studio del violino dell’insegnante e musicologo Erich Dolphin. A differenza dei 153 pezzi che costituiscono i sei libri dei Mikrocosmos, anch’essi nati da un intento didattico e che utilizzano melodie folkloristiche ungheresi, questi duetti attingono il materiale tematico dalla tradizione popolare di tutto il territorio dei Carpazi e dei Balcani includendo anche influenze arabe, derivanti dalle etnie musulmane presenti in quelle regioni
Questo concerto era inizialmente messo in programma per il 30 marzo, ed è stato anticipato di una settimana.
36 Duetti per due violini (1979-1983)
Se una notte d’inverno… un violinista-musicologo dice che oltre a quelli di Bartók oggi non ci sono abbastanza duetti, può accadere che un compositore si metta a scrivere fino alle prime luci dell’alba… e poi ne scriva ancora nei momenti di riposo, in città e in alberghi diversi, fra una prova e l’altra, viaggiando, pensando a qualcuno, cercando un regalo… È quello che è capitato a me, e di ciò sono grato al violinista notturno che ha infatti dato il nome a uno di questi Duetti.
In ogni pezzo ci sono dunque nascoste ragioni e occasioni personali: in BRUNO (Maderna), per esempio, c’è il ricordo delle musiche «funzionali» che si componevano assieme negli anni Cinquanta; MAJA (Pliseckaja), russa, dà il nome alla trasformazione di una canzone russa, mentre ALDO (Bennici), siciliano, dà il nome a una vera e propria canzone siciliana; con PIERRE (Boulez), scritto in occasione di una serata d’addio, sviluppo un frammento di …Explosante-fixe…; GIORGIO FEDERICO (Ghedini) è un ricordo dei miei anni di conservatorio. E così via… Questi Duetti sono per me un equivalente di quello che i vers de circonstance erano per Mallarmé: non sono cioè legati da ragioni musicali ma, piuttosto, dal tenue filo delle circostanze. C’è però nei Duetti un aspetto obiettivamente pedagogico: una delle due parti (di solito la seconda, che è spesso la più facile) si concentra su uno specifico problema tecnico, su un carattere espressivo sempre diverso e, occasionalmente, su stereotipi violinistici; così che un giovane violinista può contribuire, in certi momenti, a situazioni musicali relativamente complesse da un punto di vista molto più semplice, suonando ad esempio una scala di re maggiore.
Vorrei scrivere un caleidoscopio di un centinaio di Duetti. Ogni gruppo di trentatré verrà commentato da un duetto «da concerto» che svilupperà in una prospettiva più ampia le diverse circostanze di questo mio folklore privato.
Luciano Berio
Al termine del concerto, aperitivo offerto dal Rifugio della Rocca.